Donne luci di speranza
- Chiara Speziale
- 3 giorni fa
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Maria, donna dell’attesa e madre di speranza. Proprio questa stessa anima ho visto in tante delle donne che ho incontrato a São Mateus e che ho avuto la grazia di conoscere. Donne e madri, anche quando non lo sono naturalmente, che sono capaci di attendere di fronte alle situazioni più terribili e difficili delle famiglie che vivono nella favela del Porto, semplicemente seminando sorrisi, attenzioni, conoscenze, dando regole in modo fermo e dolce allo stesso tempo. Perché i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di questo. E non solo loro anche le loro famiglie. Donne punto di riferimento, di diverse generazioni, che non si arrendono e sperano anche quando l’incomprensibile sistema del mondo sembra prevalere. Donne come Joana che gestisce il Centro Reconstruir a Vida, che conosce le famiglie del Porto una per una e, mentre camminavamo per andare a trovarne qualcuna, aveva una parola per tutti di supporto, di consiglio, di incoraggiamento, di promessa. Assicurava a ciascuno che avrebbe inserito nella lunga lista delle necessità anche le loro. Sua figlia, Debora, che, con la danza, regala l’arte del movimento e dei colori con una disciplina delicata e allegra nelle lezioni quotidiane presso il Centro e si occupa di supportare i ragazzi e le ragazze nello studio. La cuoca del Centro Reconstruir, Luciete, che, ogni giorno, prepara qualcosa di nuovo ed equilibrato da mangiare al Centro e che per noi aveva avuto una cura tutta speciale perché l’arte di ospitare è un dono. Monica, poetessa del Porto, che promuove il territorio, che regala i suoi versi per vivere la cultura della resistenza negra. Eucí, avvocata, che offre la sua professionalità a servizio delle donne soprattutto nelle situazioni di violenza e sopraffazione. Lena, del Centro Araçá, instancabile, coinvolgente, con gli occhi sempre ovunque, collaboratrice principale del Gemellaggio per quanto riguarda le borse di studio. Ancora tante ragazze che, nonostante la loro giovanissima maternità e la loro infanzia trascorsa nelle favelas, grazie alle borse di studio, continuano a studiare con dedizione, sacrificio e impegno e, raggiunto l’obiettivo, rimettono in circolo ciò che hanno ricevuto.
E ce ne sarebbero molte e molte altre… Tutte donne, esempi luminosi, discendenti di schiavi, a immagine di Maria, che stanno generando libertà e liberazione e sui cui passi possiamo davvero dirci in cammino per sperimentare, fin da ora, il Paradiso in Terra.
[Chiara Iacuone]



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